Vespa velutina: la strategia neozelandese in risposta all'arrivo del predatore
Daniele Besomi
[Il contenuto di questo articolo viene costantemente aggiornato in base ai comunicati stampa e agli annunci officiali pubblicati frequentemente dall'ufficio neozelandese di biosicurezza]
Attorno a metà ottobre, le autorità di biosicurezza neozelandesi hanno distrutto un nido primario di vespa velutina nei dintorni di Auckland. Lì è primavera, la stagione del risveglio delle regine ibernate e della fondazione dei primi nidi. Si tratta di un ritrovamento straordinario, perché la Nuova Zelanda era sinora priva di questo temibile predatore. In realtà, la scoperta è stata preceduta dal ritrovamento di due maschi ad inizio anno: non è stato dichiarato eplicitamente, ma questa situazione suggerisce fortemente che la vespa in realtà fosse entrata nel paese sotto forma di regina in ibernazione durante il loro inverno precedente (dunque verso agosto del 2024), ed è riuscita a fondare un nido che è sfuggito all'osservazione. Ad Auckland c'è uno dei maggiori porti della Nuova Zelanda, così che la via di arrivo più probabile potrebbe essere stato stato un cargo dall'Asia.
La Nuova Zelanda è dunque confrontata col primo arrivo di questo invasore, ed è interessante per noi seguire la strategia di risposta del paese. Se la velutina arrivasse nella Svizzera Italiana per trasporto passivo, infatti, saremmo esattamente nella medesima condizione di avere un punto di invasione isolato, anche se non siamo un'isola. Certo, i neozelandesi possono contare sulla maggiore distanza da altri focolai, ma assumendo (e auspicando) che i colleghi varesini riescano ad eradicarla, a medio termine non dovremmo temere un arrivo della vespa per espansione graduale del proprio areale. Il problema, duque, sarebbe essenzialmente simile a quello neozelandese.
L'azione governativa si può evincere dai comunicati stampa, diramati da Biosecurity New Zealand. Il primo è datato 23 ottobre. Riporta la neutralizzazione del nido primario avvenuta il 17 ottobre, spiega del ritrovamento dei due maschi in autunno, e invita gli abitanti di Auckland e dintorni a guardarsi attorno per segnalare eventuali altri esemplari o nidi. In allegato, hanno preparato una chiara scheda identificativa.
Il 4 novembre, sul sito della Victoria University of Welligton è stato pubblicato un articolo di Phil Lester, un biologo che aveva appena pubblicato un contrbuto accademico sui recenti progressi nella lotta alle vespe e ai calabroni sociali invasivi. L'articolo parte da una descrizione di Vespa veluti e dei suoi potenziali danni, spiegando che la Nuova Zelanda —per la sua particolare ecologia— sarebbe estremamente fragile a fronte di un tale predatore. Lester sostiene che la migiore risposta è l'eradicazione. Riconosce che eradicare le vespe sociali non è facile, ma cita alcuni successi in questo senso (v. più avanti), tutti basati su azioni tempestive —prima che vepespe avessero il tempo di diffondersi— coinvolgendo i cittadini e tramite l'uso di trappole: "La posa di trappole da parte del pubblico e la segnalazione degli avvistamenti si sono già dimostrate preziose all'estero. Abbiamo subito bisogno di persone impegnate e attente alla ricerca di questi calabroni. In Europa sono state progettate trappole specifiche per i calabroni dalle zampe gialle e il Ministero delle Industrie Primarie farebbe bene a implementarle anche qui", precisado che anche le trappole casalinghe vanno altrettanto bene.
Il giorno seguente, il governo neozelandese ha pubblicato un secondo comunicato (5 novembre). Probabilmente in seguito alle numerose segnalazioni, annuncia il ritrovamento di altri 3 nidi, a circa 1.3 km di distanza dal primo. A questo punto il governo ha deciso di apporre delle trapple: "A sostegno della sorveglianza, Biosecurity New Zealand sta disponendo delle trappole in modo considerato nell'area in cui sono state trovarte delle femmine; a fine giornata avremo 120 trappole sul campo". Il governo dice chiaramente di voler eradicare il calabrone, e invita nuovamente i cittadini a segnalare avvistamenti di velutine e dei nidi primari.
L'aggiornamento pubblicato il giorno successivo mostra una netta accelerazione del processo. Nonostante si ritenga improbabile che il calabrone si sia diffuso al di fuori dell'area di Auckland, la richiesta di tenere gli occhi aperti è ora estesa all'intero paese. Il passaggio più interessante riguarda le trappole: ne hanno aggiunte 15 a quanto indicato nel comunicatodel giorno precedente, ma soprattutto hanno suggerito ai residenti di sistemare trappole artigianali, dando indicazioni sulla composizioe di un'esca idonea. Attirano naturalmente l'attenzione sul fatto che tali trappole comportano la cattura accidentale di altri insetti, anche in numero significativo, ma si limitano a richiedere di monitorare attentamente il contenuto delle trappole; per aiutare l'identificazione, nel cominicato si offre la scheda segnaletica delle vespe sociali presenti nel paese (tutte, peraltro, alloctone e invasive).
Un quarto comunicato (11 novembre) annuncia una nuova accelerazione nella risposta all'invasione. Grazie a una segnalazione del pubblico è stato trovato e abbattuto un quinto nido; è stata aggiunta qualche altra trappola (quelle ufficiali sono ora 142), anche se sinora i controlli giornalieri non hanno portato a catture di regine. Si sta pianificando un passaggio a trappole con esca proteica in vista della stagione estiva.
Nel quinto comunicato (aggiornamento del 13 novembre del sito web) il dipartimento di biosicurezza comunica che sono state trovate altre 2 regine, mentre un comunicato stampa del 14 novembre descrive lo spiegamento di forze messe in campo: 20 persoe impiegate nella ricerca sul terreno, e più di 100 impiegate nella risposta al problema. Le trappole, sio a questo momento, non hanno catturato nuove regine.
Nei comunicati stampa del 15 e 16 novembre informano del ritrovamento di un'altra regina: siamo a 10, di cui 7 con relativo nido, in uno dei quali sono già state trovate due giovani operaie. La presenza di operaie suggerisce di estendere l'area di trappolaggio (la stanno portando a un raggio di 5 km), di predisporre anche esche proteiche (le operaie usciranno alla ricerca di carne). Stanno acquistando l'equipggiamento di tracciamento, ingaggiano un esperto di gestione della velutina dal Regno Unito (per l'evidente affinità nell'approccio impiegato: "guided by international best practice"), e accrescono ulteriormente il personale sul campo. L'invito alla cittadinanza a trappolare è reiterato.
Il 20 novembre (aggiornamento della pagina dell'istituto di biosicurezza) si annuncia il ritrovamento di altre regine, per un totale di 15 di cui 10 con nido (uno dei quali con due operaie già sfarfallate). La strategia impiegata è guidata da un gruppo di consulenti formato da esperti scientifici da paesi che hanno avuto successo nella gestione dei calabroni (comprensibilmente non sanno che farsene dell'opinione di chi ha lasciato invadere in poco tempo il proprio paese …): consiste nel tenersi pronti ad estendere se necessario l'area monitorata e trappolata oltre ai 5 km già presidiati, e aumentare ulteriormente il numero di operatori in campo. Il giorno successivo è stata ritrovata una sedicesima regina con rispettivo nido. I volantini informativi sono stati resi disponibili sul sito anche in lingua Maori, cinese, coreano e hindi. Il 24 novembre, il sito ufficiale riporta che le regine trovate sono salite a 19, di cui 12 con rispettivo nido; il 25 novembre, 22 regine di cui 14 con nido.
Nell'aggiornamento del 26 novembre hanno aggiunto 2 regine al bottino (senza nido), e pubblicato la cartina delle trappole ufficiali (alle quali vanno aggiunte quelle tese dai cittadini):

Immagini 1 e 2: Mappe delle trappole nella zona di Auckland. La prima riporta la situazione al 26 novembre. La seconda ha visto l'allargamento della zona rossa dopo il ritrovamento di una regina al di fuori del confine precedente. La densificazione delle trappole è stata riportata il 5 dicembre.
La zona rossa, che si vede essere tracciata "col compasso", racchiude l'area di 1 km attoro ai ritrovamenti. Lì le trappole sono relativamente dense (circa 200); ma a queste va aggiunto il personale sul terreno, che probabilmente sta esplorando visivamente tutta l'area alla ricerca di nidi e di vespe in volo sui fiori. Le trappole sono invece più disperse nella zona gialla, estesa a 5 km dai ritrovamenti. Si noti la disposizione in un reticolo piuttosto regolare, a circa 600 metri di distanza l'una dall'altra.
Nuovo aggiornamento della situazione il 27 novembre: Il personale sul terreno ha trovato due nuovi nidi primari con alcune operaie già sfarfallate. Siamo dunque a un totale di 26 regine con 16 nidi, 7 operaie sfarfallate. Il perimetro della zona rossa non è mutato coi nuovi rinvenimenti. Visto il raggio che rimane ristretto, il tutto fa suppore che tutte queste regine siano nate da un solo nido madre, non rinvenuto, lo stesso che in autunno aveva dato origine ai due maschi ritrovati a 5 e 10 km di distanza, a dimostrazione dell'enorme potenziale riproduttivo di questo insetto. Il 28 novembre è stata trovata una nuova regina con nido, questa volta qualche centinaio di metri al di fuori della zona rossa verso est; questo ha imposto di ridisegnare visibilmente i confini della zona di ricerca. Intanto hanno pubblicato anche delle informazioni rivolte agli apicoltori, nelle quali spiegano che gli apiari nella zona di sorveglianza sono già tutti sotto osservazione da parte dell'ente di biosorveglianza, ma specificano che "più trappole ci sono, maggiore è la probabilità di catturare qualche vespa", e danno istruzioni su come costruirle o dove acquistarne, e dove sistemarle —in primavera, vicino a piante in fiore piuttosto che in apiario. Al 26 novembre, delle 24 regine catturate due erano state trovate nelle trappole. Nessun nuovo ritrovamento il 29 novembre. Il 30 novembre un comunicato stampa ha fatto il punto della situazione confermando la situazione del 29, indicando che il numero delle trappole ufficiali ha raggiunto 600, e che la ricerca procede praticamente casa per casa, con il personale sul campo che ispeziona visivamente ogni plausibilesito di nidificazione. L'informazione al pubblico comporta visite nelle scuole, mercati, attività economiche locali, oltre naturalmete al constante aggiornamento del sito e la preseza sui social; stanno lanciando una campagna di sensibilizzazione nazionale —il che ovviamente farà schizzare alle stelle il numero di segnalazioni, ora già a oltre 4'000. Il 1 dicembre, il sito annuncia 2 nuovi ritrovamenti, con rispettivi nidi. Il totale sale così a 29 regine catturate, con 19 nidi embronali e primari neutralizzati. Un servizio dell'emitente neozelandese RNZ riporta che le analisi genetiche effettute sulle regine ritrovate fino a questo punto conferma che sono strettamente imparentate, indicando che si tratta dunque di un'invasione sigola. In precedenza era emerso che i maschi ritrovati in autunno sono anch'essi imparetati con le regine ritrovate in primavera, il che suggerisce che siano tutti nati dal medesimo nido (non ritrovato) che si era sviluppato la stagione precedente.
Una nuova regina (senza nido) è stata catturata il 2 dicembre, un'altra (con nido) il giorno successivo. Con l'aggiornamento del 4 dicembre siamo a 31 regine catturate e 20 nidi distrutti, e 4600 segnalazioni del pubblico. Un'altra regina col nido è stata trovata il 5 novembre, quando è anche stata pubblicata una mappa aggiornata delle trappole in cui si mostra la densificazione delle trappole della zona rossa. Purtroppo non sono idicati i numeridelle trappole prima e dopo la densificazione
Nella pagina del'ente di biosicurezza aggiornata al 5 dicembre si offrono anche altre risorse rivolte al pubblico. Tra queste è molto azzeccato un progetto per le scuole, prodotto da Pest Free Kaipātiki (un gruppodi protezione dell'ambiente), in particolare una sagoma della vespa da colorare —un'attività che certamente aiuta a memorizzare le caratteristiche della velutina atte al suo riconoscimento.

Il 6 dicembre è stata trovata la 33a regina, questa volta senza nido, e la sorveglianza è stata intensificata.Dell'aumento delle trappole abbiamo riferito sopra (cf. le mappe al 26 novembre e al 5 dicembre in immagine), non è chiaro se questo comporti anche maggiore personale, anche se probabilmente questo è il caso, come minimo perché controllare più trappole richiede più persone. Il 7 e 8 dicembre non ci sono stati nuovi ritrovamenti, nuova regina con nido il 9 dicembre, nessuna nuova regina il 10 e l'11 dicembre.
L'11 dicembre, un comunicato stampa spiega l'adattamento della strategia alla nuova stagione. La fase di fondazione dei nidi si sta concludendo, e presto cominceranno a circolare le prime operaie di eventuali colonie che fossero riuscite a sfuggire all'intensa sorveglianza attuata sinora: 660 trappole ufficiali nella zona di 5 km attorno alle regine catturte, 3500 abitazioni nel raggio di 200 metri dai ritrovamenti ispezionate alla ricerca di nidi embrionali sotto portici, cornicioni, parcheggi coperti e altre strutture adeguate (qui un video rivolto ai proprietari di case con indicazioni sui siti più probabili in cui è possibile avvistare nidi primari). Gli esperti internazionali che guidano la risposta governativa alla vespa hanno suggerito di allargare la zona di sorveglianza a 11 km attorno ai ritrovamenti, con particolare attenzione ai 575 apiari inclusi in quel perimetro. Saranno ora sistemate delle trappole (con esche zuccherine e esche proteiche) nei pressi delle arnie, e gli apicoltori saranno istruiti su come sorvegliare efficacemente gli apiari. La campagna di informazione pubblica, dapprima concentrata nella zona attorno ai ritrovamenti, viene ora estesa su base nazionale.
Nell'aggiornamento del sito ufficiale del 12 dicembre annunciano il ritrovamento di altre due regine con nido, e aggiungono due ulteriori istruzioni per apicoltori: come costruire e posizionare le trappole, e con quali esche, e istruzioni più generali per la sorveglianza attiva (istruzioni poi tradotte anche in lingua Maori). Il 13 e 14 dicembre nessun nuovo ritrovamento, una regina (senza nido) è stata trovata il 15 dicebre, portando il totale a 37 regine con 24 nidi. Nessuna nuova cattura tra il 16 e il 20 dicembre, nuova regina con nido il 21 dicembre. In occasione delle feste, il comitato di biosicurezza chiede agli abitanti della zona di Auckland di controllare bene i propri camper, roulotte e barche prima della partenza per le vacanze per evitare di trasportare eventuali nidi primari in altre zone del paese. Il 22 dicembre nessun ritrovamento, ma il ministero ha pubblicato un comunicato stampa di aggiornamento, nel quale richiedono ai neozelandesi di essere particolarmente vigilanti in occasione delle ferie estive. Le trappole attive controllate dal governo sono ora 780, a cui si aggiungono quelle tese dai privati seguedo le indicazioni fornite dal sito dell'ente di biosicurezza. Sul terreno continuano a perlustrare potenziali siti di nidificazione: sono già arrivati ad oltre 6'500 ispezioni. Intanto si stanno allenando al tracking per mezzo del Robor, un radio tracker olandese raccomandato dagli inglesi.
Tra il 23 e il 25 dicembre nessun nuovo ritrovamento, mentre il 26 dicembre è stata trovata un'ulteriore regina con nido. Di nuovo nessun ritrovamento il 27 dicembre.
Tentativi di eradicazione di calabroni nel mondo
L'invito al trappolaggio diffuso in risposta a un'invasione in corso nelle sue prime fasi è particolarmente interessante il quanto la Nuova Zelanda aveva già fatto uso del trappolaggio primaverile di regine di Vespula e Polistes invasivi negli anni cinquanta del secolo scorso nel tentativo di contenerne le popolazioni. Il fatto che questi tentativi abbiano avuto poco successo è stato riportato, peraltro come unico riferimento, nella letteratura sulla Vespa velutina. Da più parti si è infatti citata la conclusione raggiunta negli studi neozelandesi dell'epoca secondo cui il trappolaggio primaverile non raggiunge l'obiettivo di ridurre il numero di nidi estivi (e, anzi, sarebbe controproducente) in quanto al momento della fondazione dei nidi vi sarebbe una forte competizione tra le regine sopravvissute all'inverno, con frequanti tentativi di usurpazione del nido a processo già iniziato da parte di una nuova regina. Questi tentativi avrebbero l'effetto di rallentare lo sviluppo del nido stesso.[1] Se questa conclusione poteva avere senso nel contesto originale, in quanto diverse specie di vespe dei generi Vespula e Polistes sono note per evere questo comportamento, l'estesione al caso della velutina è problematica. Innanzitutto, la letteratura citata fa riferimento unicamente alla letteratura neozelandese originaria, senza portare alcuna dimostrazione dell'esistenza di questo processo nel caso del calabrone asiatico dalle zampe gialle. In secodo luogo, la strategia di usurpazione è pericolosa per le vespe che la mettono in atto, in quanto comporta la lotta alla morte tra le due regine; ma questo ha un senso evolutivo solo quando le popolazioni sono stabilizzate vicino alla massima densità ammessa dalla capacità di carico del territorio; in tal caso, il numero di nidi in grado di essere sostenuti dalla disponibilità di cibo è limitato, non c'è spazio per altre colonie e quindi val la pena rischiare di usurpare un nido esistente. Non ha invece senso al momento del primo arrivo, quando le vespe hanno a disposizione un nuovo territorio e possono semplicemente allontanarsi un po' dalla regina adiacente invece di rischiare la vita combattendola.
Suggerendo una vasta azione di trappolaggio, le autorità neozelandesi non stanno scordando la propria storia: la stanno mettedo nel giusto contesto. Non a caso, dunque, il governo ritiene che questa volta l'approcco possa fuzionare: le trappole, oltre a contribuire al monitoraggio dando indicazioni sulla dispersione della vespa, costituiscono uno strumento per eliminare regine. Nelle condizioni di nuova colonzzazioe, ogni regina morta in una trappola è un nido in meno. I neozelandesi sono perfettamente consapevoli di questa implicazione. In caso di ritrovamento di un nido primario, raccomandano di non disturbarlo ma di segnalarlo alle autorità competenti: occorre infatti assicurarsi che nel processo di neutralizzazione sia catturata ed eliminata la regina, che altrimenti ricomincerebbe il lavoro di costruzione in un altro luogo. L'obiettivo primario è proprio quello di eliminare le regine che potrebbero fondare dei nuovi nidi.
Del resto, la medesima strategia è stata usata in tutti i precedenti tentativi di eradicazione di vespidi sociali proventienti da un altro ambiente. Il caso più recente sono gli Stati Uniti e il Canada, in occasione dell'eradicazione (riuscita) di Vespa mandarinia, il calabrone gigante asiatico giunto nello stato di Washington e nella Columbia britannica nel 2019 e eradicato nel 2023. Il trappolagio, sia delle regine (tramite trappole a linfa e bottiglie ad annegamento) in primavera e autunno che delle operaie durante la stagione, mirava non solo a monitorare la distribuzione del calabrone ma anche ad eliminare le regine ("Raccomandiamo il seguente approccio: 1) colpire le regine, usando trappole letali durante l'inizio (nelle fasi solitarie e di preparazione al nido) e la fine della stagione (nella fase riproduttiva) per uccidere le regine nelle aree dove V. mandarinia è stata trovata": USDA, New pest response guidelines. Vespa mandarinia, Asian Giant Hornet, 10 febbraio 2020).
Negli Stati Uniti nel 2023 è arrivata anche Vespa velutina, nello stato di Georgia. Anche in questo caso la popolazione è invitata ad apporre delle trappole, col duplice scopo di monitorare ed intercettare regine per aiutare nel tentativo (esplicitamente dichiarato) di eradicazione. Sulla pagina dedicata alla vespa c'è un video che mostra come fare trappole casalinghe, e sono riportati tutti i bollettini informativi pubblicati sull'argomento (38 numeri ad oggi) che riportano il numero di nidi trovati e distrutti, di trappole attive e di catture.
Più vicino a noi, questo è l'approccio all'eradicazione (ove le condizioni lo permettono) raccomandato dal Piano di gestione nazionale italiano del calabrone asiatico a zampe gialle (Vespa velutina) (§ 5.3 e 10.2-3) e seguito a Torino (2023-25) e a Leggiuno (VA) (2024-25), come descritto rispettivamente da Alberto Pesavento e Lorenzo Sesso al convegno di Bellinzona sulla Vespa velutina.
Anche l’eradicazione (riuscita) di Vespa velutina da Majorca ha utilizzato tutti gli strumenti disponibili, dalla ricerca e distruzione dei nidi, alla citizien science e il trappolaggio degli adulti per il monitoraggio, e alla cattura delle regine in primavera. Quest’ultima operazione è stata effettuata ponendo trappole ad annegamento idealmente ogni 300 metri ma di fatto a densità minore. Dopo l’individuazione della vespa nell’autunno del 2015 e di nidi nel 2016, nel 2017 hanno coperto un’area di 78 km2 attorno ai nidi trovati precedentemente: 76 trappole che hanno catturato 17 regine; le trappole sono salite a 561 su 425 km2 nel 2018 (16 regine) e 2019, e infine altre 283 trappole nei luoghi dove l’anno precedente erano stati catturati degli esemplari (298 km2). Nel 2019 e 2020 non sono state catturate regine. In tutto sono stati trovati 30 nidi tra il 2015 e il 2017, sono un nido primario nel 2018, e nessun altro nido nel 2019 e 2020.[2] Velutina è stata dichiarata eradicata nel 2020. Nel 2021 è stato trovato un altro nido, prontamente distrutto senza lasciare discendenti. Questo ha suggerito di istituire un sistema di monitoraggio per tutte le isole Baleari basato su trappole multispecie nei porti di entrata e nei centri di giardinaggio. Questo ha permesso di trovare evidenza di un'invasione di calabrone europeo, specie estranea alle Baleari: 18 individui sono stati catturati dalle trappole per velutina. È dunque stato riattivato il medesimo protocollo impiegato per eradicare la velutina.[3] Ufficialmente l'eradicazione non è ancora stata dichiarata, tuttavia dal 2023 non sono stati ritrovati altri esemplari.
Nel Regno Unito, dal 2016 al 2022 gli avvistamenti di Vespa velutina erano stati solo sporadici, e richiedevano l'eliminazione di uno o due nidi all'anno. Nel 2023, però, sono stati trovati e distrutti 72 nidi. Questo ha indotto l'agenzia per la salute di piante ed animali di introdurre i trappolaggi primaverili tra le tattiche da impiegare nella strategia di eradicazione —che costituisce ancora l'obiettivo dichiarato del governo. Nel 2024 sono duque state poste 600 trappole nelle zone considerate ad alto rischio, in una campagna durata 11 settimane. Quest ha permesso di catturare 13 regine, più 6 avvistate da cittadini e apicoltori. L'analisi genetica dei 24 nidi ritrovati nel 2024 confrontati con le genetiche raccolte e registrat l'anno precedente ha dimostrato per la prima volta la capacità del calabrone di nidificare in Inghiltera (due colonie del 2023 hann prodotto un nido ciascuna nel 2024, a 5 km di distanza). Il trappolaggio è stato ripetuto con le medesime modalità nel 2025 —al 13 maggio, erano state catturate 13 regine. "Sebbene la mortalità naturale di queste regine svernanti sia più elevata in primavera e all'inizio dell'estate a causa della predazione, delle scarse riserve di grasso e degli effetti delle ondate di freddo,[4] ogni regina catturata rappresenta potenzialmente un nido in meno da trovare e distruggere in estate" (Animal and Plant Health Agency, Scienc blog: Yellow-legged hornet monitoring and eradication in the UK).
È difficile pensare che l'eradicazione sia possibile unicamente tramite la neutralizzazione dei nidi: spesso questi vengono trovati toppo tardi nella stagione, quando i calabroni hanno già cominciato a produrre individui sessuati che l'anno successivo fonderanno nuovi nidi. Il consenso tra chi ha formulato dei piani di eradicazione di vespidi è dunque che occorra intercettare eventuali giovani regine sopravvissute all'inverno prima che possano fondare nuovi nidi.
Note
[1] L'argomento è così espresso da Rome et al., 2013 (per esteso e in originale):
Thomas en 1960 avait déjà montré en luttant contre la guêpe germanique, Vespula germanica, introduite en Nouvelle-Zélande dans les années 50, que la seule méthode qui pouvait faire diminuer la densité en colonies était une destruction quasi exhaustive de tous les nids. Les actions de destruction des fondatrices à l’automne ou au printemps sont, elles, inefficaces. Ceci a été expliqué par Edwards (1980) qui a calculé les taux de mortalité des différents stades de développement des colonies de Vespula germanica et V. vulgaris. Seul environ 1% desfutures reines produites à l’automne va réussir à fonder une colonie qui arrivera à maturité pour produire une nouvelle génération de reproductrices. La plus forte mortalité se produit pendant l’hiver (95 % en moyenne) et au printemps essentiellement via la compétition entre les fondatrices pour les sites de nidification (environ 95 % des restantes). En effet, l’usurpation de nids primaires est très fréquente et répandue chez les guêpes. Elle entraine une mortalité et un affaiblissement des fondatrices non négligeables. Au moins 30 % des colonies seraient issues de nids usurpés et il y a en moyenne 12 changements de fondatrices dans un nid (MacDonald et Matthews, 1981). De plus, la fréquence de ces usurpations augmenterait avec l’augmentation de la densité en fondatrice dans un lieu (Gamboa, 1978). Diminuer la densité en fondatrices par un piégeage printanier ne pourrait faire que diminuer le taux d’usurpation, donc d’affaiblissement des jeunes colonies, et être contre productif.
Nessuno dei riferimenti citati riguarda Vespa velutina: Thomas 1960 concerne Vespula germanica, MacDonal e Matthews Vespula maculifrons, Gamboa discute le Polistes, mentre Edwards è un testo generale sulle vespe sociali. Lo stesso argomento era già stato espresso, meno estesamente, in Rome et al. 2011). Similmente, Martin(2017) narra che il governo neozelandese aveva messo una taglia sulle regine ibernanti di Vespula germanica [l'esperimento è stato condotto nel 184, con la cattura di 118'000 regine] solo per vedere il numero di nidi crescere nella stagione successiva, e spiega il fenomeno come risultato del processo di usurpazione, temporaneamente sospero dalle alte catture di potenziali fondatrici, pr concludere che il prelievo di fondatrici in primavera ha un effetto quasi nullo. (Non per voler contraddire un'autorità in materia di vespe, ma descrivere la dinamica stagionale della popolazione di vespe in base unicamente al processo di usurpazione, trascurando variabili come le fluttuazioni meteorologiche primaverili che, di anno in anno, possono causare enormi variazioni nel numero di nidi, mi sembra parecchio riduttivo: v. per esempio Robinet e altri 2017). Anche Rojas-Nossa e colleghi nel 2018 riguardo all'usurpazione citano MacDonald e Matthews e Gomboa, con l'aggiunta (come Martin) di un lavoro di Archer del 2012 su Vespula nel Regno Unito. La mancanza di ossservazioni documentate e quantificate del processo di usurpazione, tuttavia, ha presto fatto dubitare dell'effettiva importanza del fenomeno: "ad oggi, il processo di concorrenza interspecifica in V. velutina e un avalutazione completa dell'efficienza del trappolaggio primaverilenon sono ancora stati determinati" (Monceau e Thiéry 2017). I medesimi autori si sono espressi più fermamente qualche anno dopo: fare riferimento alla "competizione fra regine e all'usurpazione dei nidi era probabilmente fuorviante: sebbene comune tra i vespidi del genere Polistes., non ci sono prove che questo meccanismo esista in V. velutina come potenziale processo regolatore. Considerando l'alta densità di nidi in alcune aree francesi, ad esempio da 12 a 19 nidi per km² (Cotentin, Francia) con distanze minime di circa 150 m tra le colonie più vicine (Monceau & Thiéry 2017), questa competizione sembra improbabile, soprattutto per una specie che si nutre di solito a circa 1000 m o pochi chilometri" (Thiéry e Monceau 2024).
La lettura sulla velutina richiamata qui è:
- Quentin Rome, Adrien Perrard, Franck Muller and Claire Villemant, Monitoring and control modalities of a honeybee predator, the yellow-legged hornet Vespa velutina nigrithorax (Hymenoptera: Vespidae)Monitoring and control modalities of a honeybee predator, the yellow-legged hornet Vespa velutina nigrithorax (Hymenoptera: Vespidae), Aliens: The Invasive Species Bulletin issue 31,2011
- Q. Rome, C. Sourdeau, F. Muller, C. Villemant, Le piégeage du frelon asiatique Vespa velutina nigrithorax. Intérêts et dangers, Journées Nationale GTV, Nantes 2013.
- S. Martin, The Asian hornet. Threats, biology, and expansion, IBRA, 2017
- Sandra V. Rojas-Nossa, Noelia Novoa, Antonio Serrano, María Calviño-Cancela, Performance of baited traps used as control tools for the invasive hornet Vespa velutina and their impact on nontarget insects, Apidologie (2018) 49:872–885.
- Karine Monceau e Denis Thiery, Vespa velutina nest distribution at a local scale: An 8-year survey of the invasive honeybee predator, Insect Science (2017) 24, 663–674.
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Denis Thiery e Karine Monceau, Twenty years of attempting to control the Vespa velutina invasion: will we win the battle? Entomologia Generalis, Vol. 44 (2024), Issue 3, 479–480
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Robinet C, Suppo C, Darrouzet E (2017) Rapid spread of the invasive yellow-legged hornet in France: the role of human-mediated dispersal and the efects of control measures. J Appl Ecol 54(1):205–215.
- María Shantal Rodríguez-Flores, Ana Seijo-Rodríguez, Olga Escuredo & María del Carmen Seijo-Coello , Spreading of Vespa velutina in northwestern Spain: influence of elevation and meteorological factors and effect of bait trapping on target and non-target living organisms, Journal of Pest Science Volume 92, pages 557–565, (2019)