La produzione di miele in Svizzera. Calo del rendimento per colonia

Daniele Besomi

 

Nel 2024, Agroscope ha pubblicato una valutazione dell'apicoltura in Svizzera nel contesto internazionale, aggiornando studi precedenti prodotti dal medesimo istituto nel 2004 e 2018.[1]

Lo scritto riporta una caratterizzazione dell'apicoltura dei vari cantoni che per diversi aspetti porta a rivedere le dimensioni e le modalità assunte da questa attività. In particolare, il numero di apicoltori e di colonie gestite è stato aggiornato dalle precedenti 8'500 arnie circa (2014) alle 12'000 famiglie attuali. La fonte di questo dato sono i censimenti effettuati dalle sezioni di agricoltura e dai veterinari cantonali. Il che lascia il sospetto che l'aumento (contrario alla tendenza dei decenni precedenti) non consista tanto in un vero aumento degli effettivi, ma piuttosto in un aumento dlelle registrazioni. Sappiamo, infatti, che le registrazioni in Ticino hanno fatto molta fatica a decollare nei primi anni dopo l'entrata in vigore della legge sulle epizooozie.

La lettura diretta del rapporto è fortemente consigliata. Qui vogliamo soffermarci solo su un aspetto specifico che offre un interessante spunto di riflessione: la produzione di miele, e più precisamente la produttività per alveare. Il rapporto ci offre questo grafico:

 miele per arnia versione iiebefeld

Nel commento, gli autori affermano che "l'illustrazione mostra chiaramente che i raccolti di miele sono cresciuti a partire dalla fine degli anni sessanta. e che al medesimo tempo l'ampiezza delle fluttuazioni è cresciuta in modo importante" (p. 17). Questa conclusione non è interamente convincente. La sua dimostrazione è affidata essenzialmente alla scelta dell'interpolante, che tuttavia nella sua fase finale si stacca visibilmente dall'andamento reale dei dati. Qui è necessario guardare meglio i dati originali da cui si parte.

La fonte, per gli ultimi anni, sono dati raccolti "dalle società di apicoltura", vale a dire, il censimento annuale condotto da Apisuisse. I risultati sono pubblicati nel numero di novembre di ciascun anno nella Schweizerische Bienenzeitung[2]. È necessario iniziare con un'annotazione metodologica: fino al 2007, la raccolta di dati riguardava unicamete i cantoni della Svizzera Tedesca; solo dal 2008 i dati coprono l'intera Svizzera. Questo rende le serie di dati fino al 2007 e dal 2008 fortemente eterogenee: i cantoni non rappresentati prima del 2008 sono infatti quelli con il maggiore rendimento per colonia, come mostra questo grafico tratto dal rapporto di Liebefeld:

raccolto medio per cantoni

 Dal 2008, inoltre, i dati sono suddivisi in raccolto primaverile e raccolto estivo, mentre per gli anni prcedenti non è chiaro se effettivamente si tenesse conto di tutto. Non è dunque possibile confrontare i dati precedenti e successivi al 2008. Esaminiamo, dunque, la serie successiva al 2008 —aggiungendo, rispetto al grafico di Liebefeld, anche gli ultimi due anni a disposizione.

A livello nazionale, i dati del raccolto medio per colonia si presentano come segue:

 raccolto medio per colonia 2008 2024

Come si vede, tutte le linee di tendenza del raccolto medio primaverile, estivo e totale sono in discesa. Mentre in estate le perdite sono contenute (0.3% mediamente ciascun anno sul precedente, per un totale del 4.6% sull'intero periodo), la produzione media primaverile ha subito una diminuzione dell'1.6% all'anno, per un totale del 22%. Corrispondentemente, il totale della produzione è diminuito di poco meo del 10% (0.63% di ogni anno sul precedente).

La linea di tendenza in crescita postulata dagli autori dello studio di Liebefeld si rivela dunque il risultato di un arbitraria scelta della forma dell'interpolante. La serie dal 2008 al 2024 è sufficientemente lunga da indurre a suggerire invece che la linea di tendenza si sia capovolta e che vada corretta approssimativamente come segue:linea di tendenza corretta

Per quanto riguarda il Ticino, la serie estiva dei dati è problematica perché include gli anni in cui uno dei due principali raccolti era stato rovinato dal Cinipide galligeno del castagno, arrivato nel 2009 e largamente neutralizzato nel 2014 dall'arrivo dell'antagonista Torimus sinensis l'anno precedente. Per l'estate includiamo dunque solo i dati dal 2015 in poi:

ticino

Mentre in Ticino, seppure sulla basedi pochi dati, la tendenza estiva sembra volta alla crescita, la tendenza complessiva è trascinata verso il basso da una serie di anni con raccolti primaverili inesistenti o quasi. Anche qui, allora, abbiamo una tendenza complessiva alla discesa.

Questo andamento pone un problema: a cosa è dovuta la diminuzione dei raccolti medi? I fattori coinvolti potrebbero essere diversi.

Nel suo rapporto, Agroscope enfatizza che la concentrazione degli apiari è aumentata, da 4.0 al km2 (inclusi laghi e ghiacciai) nel 2014 a 4.4/km2 nel 2022. Questo potrebbe aver contribuito ad accrescere la competizione tra colonie per le risorse disponibili. Tuttavia, il dato del Ticino —un cantone che ha visto un enorme incremento degli effettivi— è in controtendenza. D'altra parte, potrebbe anche essere in corso una diminuzione delle risorse disponibili, per motivi ancora tutti da appurare, legati in qualche misura al clima ma probabilmente anche anche ad altri fattori, tra cui la salute del suolo.

Questa tendenza alla diminuzione del rendimento delle colonie, infatti, non è esclusiva della Svizzera. In un altro articolo (Perché le api fanno meno miele?), abbiamo visto che negli Stati Uniti la curva della produttività ha una forma simile a quella Svizzera, con un picco verso la metà degli anni novanta seguito da un vistoso calo nei primi anni del ventunesimo secolo.

Anche in Turchia si registra un andamento analogo. Il grafico seguente mostra un marcato aumento nel numero di colonie, raddoppiato tra il 2002 e il 2017 (da 4 a 8 milioni — linea blu) mentre il rendimento per colonia (in kg per arnia, linea rossa) è sceso del 22% (da 18 a 14 kg) nello stesso periodo,[3] lasciando aperta la questione se il calo della produttività sia attribuibile a qualche fattore legato alla disponibilità di nettare oppure all'accresciuta concorrenza intraspecifica:

n colonie e rendimento per colonia turchia

Seppure senza una serie storica lunga di dati di supporto, anche in Italia si lamenta un marcato calo nel rendimento delle colonie già da prima dell'annus horribilis 2024. 

Il problema sembra dunque essere abbastanza comune, tanto da meritare un approfondimento da parte di chi ne ha le competenze specifiche.

 

Riferimenti bibliografici

[1] Charrière J.-D., Würgler O. L'apiculture en Suisse et en comparaison internationale. Agroscope Transfer, 528, 2024; Charrière J.-D., Frese S., Herren P., Bienenhaltung in der Schweiz., Agroscope Transfer, 250, 2018;Fluri, P., Schenk, P., Frick, R, Bienenhaltung in der Schweiz. ALP forum, (8), 2004, 1-7. Tutti reperibili, in francese e tedesco, al seguente link.

[2] I numeri rilevan ti possono esssere letti nell'archivio digitale della rivista.

[3] Nur İlkay Abacı, Samet Hasan Abacı, Selim Bıyık, Forecast for the Number of Colonies and Honey Yield in Turkey, Turkish Journal of Agriculture - Food Science and Technology, 8(2): 464-470, 2020 DOI: https://doi.org/10.24925/turjaf.v8i2.464-470.3204 

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