Apiari attaccati dalla vespa velutina: lezioni da due visite
Nelle scorse settimane alcuni di noi della task force velutina degli apicoltori e del gruppo che aveva seguito il corso di distruzione nidi organizzato dagli apicoltori liguri hanno avuto occasioni di visitare apiari attaccati dalla vespa velutina.
Il primo a Zollikofen (BE) dove ci eravamo recati per partecipare ad una giornata formativa su Protéger les abeilles en luttant efficacement contre le frelon asiatique – séance d'échanges techniques pour les acteurs de terrain et leurs coordinateurs. Le sedute si tenevano presso il centro Inforama di Rütti, che è dotato, fra le altre cose, di un apiario didattico. L'apiario era stato attaccato pochi giorni prima dalle velutine: non se n'erano viste fino alla settimana precedente, avevano comiciato a farsi vive solo negli ultimi giorni. Non si trattava di una predazione massiccia, tuttavia la presenza di qualche esemplare a caccia era costante.
Il secondo è l'apiario di Busto Arsizio (Varese) dove la vespa è stata avvistata verso metà agosto, grazie al buon senso di osservazione dell'apicoltore. Lo scopo della visita era di assistere al tracciameto e alla distruzione del nido —cosa che si è rivelata più complicata del previsto.
Le due visite ci hanno permesso di imparare diverse cose e confermarne alcune di cui già sapevamo.
1) In occasione dei primi attacchi, la vespa velutina è veramente difficile da vedere, come ci hanno sempre detto i colleghi liguri e toscani. Questo è dovuto alla sua particolare tecnica di caccia. Come sappiamo tutti, si basa sull'attesa in volo stazionario davanti all'entrata dell'arnia. Il problema è proprio questo: per catturare le api la vespa deve ovviamente volare all'altezza dell'entrata e vicino ad essa. Se l'apicoltore si trova dietro l'arnia e sta lavorando, il suo angolo visuale non copre l'entrata, in particolare in presenza del portichetto, e la vespa gli risulta invisibile. Il seguente filmato mostra molto bene la situazione:
Per vedere la vespa è duque necessario monitorare il frontale dell'apiario, standosene seduti o comunque fermi per non disturbare il movimento della vespa.
2) All'arrivo nel nuovo territorio, gli esemplari di vespa sono molto rari. Arrivano, prendono un'ape e se ne vanno, il tutto dura pochi secondi. Le api non smettono di lavorare, esattamente come non smettono in caso di attacco di calabrone europeo. La situazione di stallo della colonia si verifica solo quando gli attacchi sono in massa: 7-9 vespe davanti a ciascuna arnia, quasi nessuna ape in volo. In quel caso è facilissimo vedere e riconoscere le velutine, ma è ormai troppo tardi.
Nell'apiario di Busto, le velutine sono certamente presenti (ne abbiamo viste alcune; una è nel filmato precedente) ma sono molto rare: con una dozzina di persone che a turno controllava l'apiario, in una giornata ne è stata vista una sola, e così è stato anche nei giorni successivi. Non solo è necessario sorvegliare l'apiario sul lato frontale, ma va fatto abbastanza spesso e abbastanza a lungo.
Busto Arsizio: più antenne per il tracciameto che vespe …
3) Uno strumento pensato per il tracciamento delle vespe è utile anche in fase di osservazione. Si tratta di un'esca zuccherina e alcoolica (un terzo birra, possibilmente scura, un terzo vino rosso, un terzo sciroppo di frutta, per esempio granatina o frutti di bosco; si può eventualmente aggiungere un cucchiaio di aceto e, nel caso la miscela risultasse troppo attrattiva per le api, anche un po' di grappa per aumentare il tenore alcolico) contenuta in vasetto, inaccessibile alle vespe se non tramite uno stoppino che porta un po' di liquido in superficie. Soprattutto a fine stagione, quando le vespe cercano zuccheri, sono molto attratte dall'esca: se sistemata in un luogo dell'apiario facilmente visibile dall'apicoltore, aiuta l'osservazione (aspettatevi comunque che l'esca sia visitata anche da altre vespe e calabroni. Per questa ragione, va rimossa al termine della visita).
4) La direzione di volo e la distanza dal nido. L'esca con lo stoppino è utile a scopo diagnostico. Nell'immagine precedente, scattata a Zollikofen, si vede che la vespa è marcata con un punto bianco. Serve per poterla identificare quando tornerà all'esca, in modo da poter cronometrare il tempo impiegato e calcolare la distanza dal nido (grossomodo: ogni minuto di assenza equivale a 100-120 metri). Ovviamente se si riesce a ripetere con diversi individui marcati con colori diversi si guadagna in precisione, soprattutto quando il viavai diventa regolare. L'osservazione dell'involo permette poi di stimare la direzione del volo, utile per avere una direttrice. Ripetendo più volte, da angolazioni diverse, si può restringere l'area dove si dovrebbe trovare il nido (scarica qui istruzioni più dettagliate (pdf)). Si tratta di un metodo laborioso, ma utile nel caso non fosse possibile intervenire immediatamente con la radiotelemetria. L'applicazione in gran parte della Svizzera italiana, però, è piuttosto difficile, come hanno mostrato alcuni esperimenti coi calabroni nostrani. Le gobbe nel terreno impediscono una visuale copleta, e la frequente presenza di ostacoli impedisce ai calabroni di volare in linea retta e li fa perdere di vista rapidamente. Val comunque la pena provare: avere qualche idea della direzione al momento del tracking è meglio che non averla.
5) Per la marcatura: il metodo più sicuro è catturare le vespe con un retino (tenerne sempre uno a portata di mano!), trasferirle in uno dei vari aggeggi per marcare le regine, e usare lo smalto come al solito. Liberare poi delicatamente sullo stoppino con l'esca. Il trucco è: le vespe si muovono solitamente verso l'alto; per trasferirle dal retino al marcatore, basta avvicinarle dal basso, infilarle nel tubo del marcatore, girarlo di 180°, e la vespa sale immediatamente verso la cima del tubo. Vedi dimostrazione nel video (effettuata con una crabro per mancanza di materia prima in Ticino):
marcatura di un calabrone europeo. Per la vespa velutina si procede allo stesso modo
6) A volte è necessario ricorrere ai metodi low-tech come la triangolazione o l'avvicinamento progressivo (v ancora il link precedente) quando quelli high-tech come la telemetria sono inapplicabili: in particolare, se le vespe sono troppo piccole per riuscire a portare il trasmettitore —come è, al momento, il caso di Busto Arsizio. Per questa ragione gli apicoltori non devono assolutamente ammazzare velutine nel caso le ritrovassero in apiario: ogni individuo è prezioso per il tracking, e vanno rimosse anche eventuali trappole attive in loco. La sorveglianza in apiario va intensificata, anche dagli apicoltori nel raggio di un paio di km: più punti di attacco si possono identificare (e più se ne possono escludere con ragionevole certezza), più è facile localizzare il nido per poterlo distruggere.
Una delle velutine di Busto Arsizio: piccola, con la trasmittente radio quasi più grossa di lei. Poteva volare solo per brevi tratti, e non ha potuto condurci al nido. Si noti l'anello rosso attorno al peziolo: si tratta dell'aggancio del trasmettitore. Anche se l'addome della vespa non è visibile nella foto, le zampe gialle sono un segno distintivo inconfondibile.
7) Le vespe non attaccano necessariamente tutti gli apiari nel loro raggio di volo; spesso si trovano solo in un apiario (come a Busto Arsizio) o in due (come è stato il caso di Torino) anche se nelle vicinanze ci sono altri apiari. Tutti gli apicoltori devono dunque monitorare tutti i loro apiari: non si può contare sul fatto che il vicino ha controllato il suo per essere sicuri che la vespa non sia in circolazione.
8) Mappatura del monitoraggio. Al ritrovamento delle prime vespe è importante sapere quali apiari sta attaccando e quali non sta attaccando. È dunque importante poter contare su informazioni accurate su quali apiari siano regolarmente monitorati dagli apicoltori e quali no: quando qualcuno troverà la vespa, disporre subito di informazioni accurate evita di perdere un mucchio di tempo —e il tempo, in particolare nel caso di ritrovamenti autunnali, è prezioso. Per questo chiediamo agli apicoltori di registrare le date delle proprie ispezioni in apiario tramite il sito di segnalazione del Monitoraggio vespa velutina. L'intensità dei colori che appaiono in mappa indica il numero di visite, e dà dunque anche un'idicazione di continuità. Gli apicoltori possono anche sapere se i loro vicini sono assidui nei controlli, ed eventualmente offrirsi di dare una mano in caso di impedimenti dei colleghi.
Il sito è completamente anonimo (l'indicazione dell'indirizzo mail è facoltativa, a meno che non si avvisti la vespa —in tal caso, segnalarla sul sito apilugano.ch/velutina). Il beneficio di sapere quali parte del cantone sono ben monitorate e quali sono relativamente scoperte è senz'altro superiorie al costo.