Fotografando apiari della Svizzera italiana
Gli apicoltori della Svizzera italiana sono circa cinquecento, in aumento da alcuni anni. Questo significa che l’interesse nei confronti dell’apicoltura è pure in aumento. Molti giovani, attratti dal mondo delle api, diventano apicoltori, si informano, si formano e installano nuovi apiari sfruttando le peculiarità del territorio di cui dispongono. Nella Svizzera italiana gli angoli che ben si prestano a questa pratica non mancano.
Girando per il Ticino come apicoltore amatoriale, vedo molti apiari inseriti in zone periferiche paesaggisticamente interessanti. Quando posso, mi fermo e li osservo: quante arnie, di che tipo, quali soluzioni organizzative e quale territorio circostante e quale pascolo è disponibile per quelle api. Il piacere estetico che se ne ricava non è secondario: magari non è consapevolmente voluto dall’apicoltore, ma è comunque un segno che egli lascia sul territorio. È un segno visivamente percepibile, che dimostra la qualità dell’ambiente circostante – le api, per vivere, necessitano di condizioni ambientali ottimali –, che viene (ri)definito visivamente.
Trovo infatti che queste macchie di casette colorate – piccole o grandi, al limite del bosco, in zone periferiche, ma anche in giardini – restituiscono un plusvalore al paesaggio circostante, lo contrassegnano naturalisticamente ed esteticamente.
Da qui è nata l’idea di approfondire queste specifiche scene del territorio, fermandole in immagini, così da creare una narrazione visiva: fotografarle per avere loro immagini nell’ambiente che occupano e sul quale incidono, caratterizzandolo e cambiandolo senza stravolgerlo.
Tra le mie passioni, oltre all’apicoltura, c’è la fotografia. L’intersezione tra queste due passioni ha fatto emergere l’idea sopra abbozzata: fotografare alcuni apiari sparsi sul nostro territorio, per documentarne l’esistenza e per mostrare come l’abbinamento ape-natura-uomo-paesaggio si è evoluto. Negli ultimi anni siamo infatti passati dai classici alveari in casette ad apiari raggruppati; da arnie in legno ingrigito ad arnie in legno colorato o costruite con materiali artificiali, con copertura o meno.
Come fotografo, quando vedo situazioni per me interessanti, mi fermo. Prendo la fotocamera, esploro e scatto. Non sempre, tuttavia, quanto viene fotografato potrà essere pubblicato in quanto ci vorrebbe il consenso dell’apicoltore.
Per poter realizzare questo progetto ho quindi bisogno (anche) del permesso di fotografare. Alcuni apicoltori e apicoltrici (pochi/e in verità), sentendo del progetto, mi hanno già contattato. Una selezione parziale e omeopatica di scatti è visibile a partire da questo album, in divenire e consultabile unicamente da chi ne conosce il link.
Mi rivolgo perciò nuovamente ad apicoltori e apicoltrici che sarebbero disponibili e vorrebbero saperne di più sul progetto. Se fossero interessati, li invito, senza impegno da parte loro, a scrivermi all’indirizzo
Vi ringrazio per l’attenzione, sperando di conoscere voi e i vostri apiari
Marco Beltrametti