Visita alla Selva Castanile di Mont Grand a Soazza (Grigioni italiano)
Domenica 23 novembre 2025 la nostra associazione ha organizzato una gita alla Selva Castanile di Soazza (Grigioni Italiano), guidata dall’ingegnere forestale Marco Conedera.
La passeggiata è stata un’occasione per rafforzare i legami tra i membri dell’associazione e per accogliere nuove persone interessate alle nostre attività. Numerosi e stimolanti sono stati gli spunti offerti dal nostro accompagnatore.
Il castagno è tra le specie arboree che più hanno suscitato l’interesse dell’uomo, grazie alla sua duplice capacità di fornire legname e frutti. Da ciò derivano due diversi sistemi di gestione del bosco, vale a dire il castagneto da frutto (detto comunemente selva) e il castagneto da legno (detto ceduo).
Il genere Castanea, presente unicamente nell’emisfero boreale, ha un’origine antichissima: risale infatti a circa 35 milioni di anni fa, come testimoniato da ritrovamenti fossili contenenti pollini.
Si ritiene che il genere Castanea abbia avuto origine in Asia (con C. mollissima e C. crenata), per poi differenziarsi nel castagno europeo (C. sativa) e in quello americano (C. dentata). Con la separazione dei continenti, le quattro specie hanno seguito evoluzioni indipendenti, sviluppando così una diversa sensibilità alle malattie. All’inizio del Novecento il cancro del castagno devastò quasi interamente le popolazioni americane, mentre in Europa gli alberi mostrarono una resistenza leggermente maggiore, sufficiente per permettere lo sviluppo di un virus (ipovirus) capace di debilitare il fungo patogeno e renderlo meno aggressivo per il castagno.
Il cinipide del castagno, invece, ha convissuto a lungo in Cina con il suo antagonista naturale, Torymus sinensis. L’introduzione di quest’ultimo in Europa ha consentito di contenere i danni causati dal parassita.
Durante l’ultima glaciazione, circa 20'000 anni fa, il castagno trovò rifugio in aree ristrette del Sud Europa (Apennini, Sud delle Francia, Spagna), per poi espandersi nuovamente grazie ai Romani, in concomitanza con la conquista delle Alpi e delle regioni nordalpine.
Per secoli il castagno da frutto ha svolto un ruolo fondamentale nell’alimentazione delle popolazioni delle nostre valli, dando origine a numerose varietà selezionate per usi differenti, con tempi di maturazione sfalsati e adattate alle diverse condizioni ambientali.
I castagni più longevi sono considerati monumentali quando raggiungono una circonferenza del tronco superiore ai sette metri, misurata a 130 cm dal suolo. In Ticino e nel Moesano ne sono stati censiti circa 310; la loro età varia tra i 300 e i 700 anni. Il 90% di questi giganti cresce nelle zone dei maggenghi, oltre i 500 metri di altitudine, e purtroppo molti versano in condizioni di salute precarie. Nonostante ciò, il loro valore ecologico è enorme: rappresentano veri e propri habitat per una grande varietà di specie.
La distribuzione dei castagni monumentali in Ticino e Moesano mostra differenze significative: presenti in quasi tutte le valli del Sopraceneri, i castagni monumentali non sono sopravvissuti all’espansione edilizia nel Sottoceneri.
I castagni monumentali affascinano per le loro forme contorte e imponenti, e soprattutto perché incarnano resistenza, storia e forza espressiva: veri custodi silenziosi del nostro paesaggio.


Per il comitato ARCA
Ilaria Jermini-Gianinazzi, co-presidente